5 migranti espulsi da Pescasseroli

La giornata ha portato con sé la notizia dell’espulsione di 5 migranti ospiti a Pescasseroli. A loro carico nessuna imputazione di atti effettivamente criminosi, ma solo una condotta deviante rispetto al regolamento. Le contestazioni si richiamano a fatti del 20 giugno. A seguito del provvedimento, i 5 imputati hanno ricevuto la revoca dei benefici assicurati finora dallo Stato: vitto e alloggio e il sussidio di 75 euro mensili. Sono state dirimenti le intercettazioni dei tutori della vigilanza, carabinieri, direttore e gestore. Non è seguita nessuna verifica attendibile. Un ragazzo ha pagato per uno scambio di persona. Sono stati allontanati dal paese verso Avezzano, senza effettuare una collocazione alternativa. Al momento vagano senza tutela. In ordine pratico, non si sa come recapitargli la prossima disposizione della Commissione di Ancona in merito alla loro destinazione. La scadenza del permesso di soggiorno è imminente e su di loro pende anche la revoca del diritto di asilo che gli avrebbe aperto il passaggio ad altri Paesi d’Europa. La clandestinità li attende. Al senso di precarietà si abbina il degrado e infine l’abbraccio mortale della criminalità, per loro vortice di risucchio più che scelta di vita. È ancora il dribbling dello Stato nella gestione dell’urgenza migratoria. Uno Stato che rifugge la serietà e il rigore, per questo attirandosi anche richiami e bacchettate dall’Unione Europea, non disposta ad assecondare una gestione irregolare. Uno Stato immaturo anche dopo anni in cui l’emergenza degli sbarchi lo sta attanagliando. Anche la Società di gestione dei centri di accoglienza si sta mostrando alquanto impedita. Un vero dramma isterico che sembra annunciare un epilogo in cui la perdita di controllo e lo sbando irragionevole non sarà irreale.

FEDERICA TUDINI

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