Scuola materna inagibile, tutti in canonica. Fulmine a ciel sereno?

485202_482842535115132_138089546_nL’edificio in cui ha sede l’asilo infantile del paese è stato dichiarato inagibile dagli ultimi rilievi tecnici. Significa che non può più ospitare bambini e personale. Pende il pregiudizio di incolumità. Non reggerebbe ad eventi sismici o altri sinistri. Perciò il sindaco ha disposto il trasferimento degli ospiti nei locali della Canonica, una collocazione non certo rassicurante, di concerto con il parroco con grave disagio di tutti. I tempi della comunicazione delle nuove disposizioni sono stati dettati dalla necessità di coordinare diverse figure istituzionali e trovare una sede alternativa. Nel dispositivo dell’ordinanza si legge che lo stabile della Canonica è agibile. Ma è anche effettivamente abitabile? Saranno obbligate al trasloco anche le suore che risiedono ai piani superiori della scuola. L’ordinanza 11/2016 con la quale si dà atto alla chiusura delle sede è scaturita da una determinazione dell’Ufficio tecnico in data 20 aprile 2016, che ha prodotto la documentazione tecnica inerente i rilievi sulla struttura, accertando che questa non rispetta gli standard di sicurezza. Lo status attuale non consente alcuna attività all’interno dello stabile. In forza della legge il sindaco per primo ha dovuto procedere con il ritiro dell’autorizzazione all’utilizzo coordinandosi con il dirigente scolastico per una sistemazione alternativa (fino a quando?). Con la sponda del parroco le attività scolastiche si svolgeranno presso la Canonica a partire dal 7 maggio per arrivare alla normale scadenza didattica. Resta l’incognita della cucina, oltre alle perplessità dei genitori circa l’adeguatezza dello stabile (non ha porte antincendio, sbocchi facilmente intercettabili da bambini che non hanno la stessa prontezza e razionalità degli adulti). Per il momento siamo allo stato di emergenza, quando suona l’allarme del pericolo ma nessuna sirena che indica dove andare. Nell’ordinanza si riferisce che seguiranno altre disposizioni. Noi restiamo in attesa degli sviluppi, ma anche di sapere come si è arrivati ad un esito tanto grave per una comunità e per i bambini che vivranno il disagio.

L’ufficio Speciale per la ricostruzione aveva richiesto analisi di vulnerabilità sismica

La struttura interdetta rientra nell’anagrafe delle scuole con edilizia inadeguata, per la maggior parte di costruzione anteriore al 1974, termine della prima normativa antisismica. L’asilo di Pescasseroli risale al 1963. Rientra in una tipologia ormai fuori dallo standard. Si sa che gli edifici invecchiano. Ma come mai le strutture sono sempre in ritardo sulla normativa? Ricordiamo che nel 2009 c’è stato il terremoto di L’Aquila. L’occasione per la verifica dello stato in norma delle strutture. Dopo 7 anni la valutazione di allora, che dovrebbe essere stata positiva, oggi viene del tutto ribaltata?
Nella determina numero 366 del 27 ottobre 2015 si evince che l’amministrazione ha dovuto dare seguito all’iter per recepire i finanziamenti finalizzati alla riqualificazione dell’edilizia scolastica post-sisma. L’ente regionale era per stanziare risorse pari a 1.680.000,00 euro per la realizzazione di un nuovo polo scolastico. Ma necessitava di acquisire un dossier informativo sulle condizioni tecniche degli edifici. In particolare l’Ufficio Speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere chiedeva di produrre nella documentazione anche l’analisi della vulnerabilità sismica, ciò di cui oggi viene tacciato l’edificio della scuola materna, a completamento della trafila per procedere all’erogazione del finanziamento previsto da “Scuola Abruzzo-Il Futuro in sicurezza”. Dando fede alla determina il lavoro dovrebbe essere stato affidato ad Abruzzo Test con sede a Sulmona per una spesa totale di 4.408, 60 euro, coperta dal Quadro tecnico economico.
Sta di fatto che adesso Pescasseroli non ha più strutture pubbliche, cioè non ha più punti di riferimento. Provate a definire un luogo senza sapere quale sia il suo centro. E oltre al trasloco fisico siamo sempre costretti ad un trasloco psicologico. Gli adulti hanno le munizioni, ma i bambini?
FEDERICA TUDINI

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