LA DEA FORTUNA RECENSIONE DI VALERIA PRINA (WWW.QUAROPOTERE.COM)


di Ferzan Ozpetek
con: Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi, Barbara Alberti, Serra Yilmaz, Cristina Bugatty, Filippo Nigro, Pia Lanciotti

Una coppia in crisi come tante dopo 15 anni insieme: lui è Arturo, lui è Alessandro (rispettivamente Stefano Accorsi, Edoardo Leo).
All’inizio di La dea fortuna la cinepresa scorre lungo pareti inquietanti, fino a fermarsi davanti all’anta di un armadio chiuso, da cui si sente urlare una bambina: chiama la mamma, dice «fatemi uscire». Alla paura la cinepresa di Ferzan Ozpetek contrappone subito un momento di chiassosa allegria in occasione di un matrimonio gay. Alla crisi di Arturo e Alessandro si contrappone un’altra crisi: Annamaria (Jasmine Trinca) piombata in casa loro con i due figli deve andare in ospedale per accertamenti e lascia i due bambini, Martina e Sandro (Sara Ciocca, Edoardo Brandi), alla coppia, contando sul lungo rapporto di affetto con l’amico Alessandro e di conseguenza anche con Arturo. Tra urla imprevedibili, perché molto altro succede durante il film, e risate il dramma si interseca con la commedia, che è un po’ quanto succede nella vita. Il grande austero pranzo ripreso a Villa Valguarnera a Bagheria e gli spazi vuoti con un lungo deserto viale, che si scopriranno essere preludio al dramma, si contrappongono all’allegria della affollata community a Roma, ormai tratto distintivo dei film di Ferzan Ozpetek, ma anche tratto distintivo del modo di vivere del regista, vicino agli amici anche vicini di casa. Tra questi troviamo Serra Yilmaz, attrice feticcio del regista e presente in molti dei suoi film e Cristina Bugatty, per la prima volta in un film di Ozpetek, che qui ha il nome di Mina, cantante molto amata dal regista e interprete di “Luna Diamante”, una delle canzoni che compongono la colonna sonora del film, insieme a “Che vita meravigliosa” di Diodato e altre musiche originali composte da Pasquale Catalano.
Arturo si chiede «quando è che è cambiato tutto?» Si potrebbe rispondere che la vita è quello che succede quando stai facendo altri progetti. A questa domanda di Arturo si aggiungono le domande implicite nel film: per amore degli altri che credono in te è possibile affrontare delle situazioni diverse dal preventivato? Quell’affetto per gli altri e che gli altri si aspettano da te può fortificare un amore che non vive più di passione? Quanto conta nella vita il senso di responsabilità nei confronti di chi tanto si aspetta da te forte di quell’affetto che ti dimostra?
Alla grande casa a Bagheria con locali cupi e inquietanti si contrappone la grande dimensione del mare, che invece diventa simbolo di positività e ottimismo. Un’altra grande dimensione è quella del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina, una delle mete archeologiche e culturali più care a Ozpetek, che ha ispirato il titolo del film, intendendo però fortuna come casualità. All’interno del film non è un semplice complesso architettonico che fa da scenografia, ma segna un momento importante, perché proprio qui, scopriremo nel corso del film, è avvenuto l’incontro tra Arturo e Alessandro, che in quel momento era insieme ad Annamaria. E ancora legata alla Dea Fortuna è una frase che fonde quel tanto di magico a un sapore ottimistico e benaugurante: «La dea Fortuna è un segreto, un trucco magico. Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, prendi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà per sempre con te».
Molti personaggi e molto altro c’è ancora da scoprire in questo film, che racconta una storia fatta di sentimenti diversi, come un pezzo di vita che ha più di un momento di segno contrapposto.VALERIA PRINA

VOTO 7

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