LE TELEFERICHE (dal sito www.terremarsicane.it)

prima guerra mondiale - fronte italiano - trasporto tramite teleferica

Di Andrea marino

Parlare di teleferiche, oggi che le montagne sono piene di impianti di risalita per le attività sciistiche (funivie, seggiovie, cabinovie ed altro ancora), può sembrare cosa sciocca, qualcuno potrà pensare che, sono cose ormai andate, è anche vero, ma un tempo, non molto lontano, venivano montate e smontate anche nei nostri boschi per portare a valle materiale legno, dalla industria boschiva, mentre oggi la loro funzione è solo in parte cambiata, anziché trasportate materiale legnoso, trasportano persone.

Nello sfruttamento dei boschi, altri direbbero, nella coltivazione dei boschi, s’impiegavano sovente, come mezzo di trasporto, le teleferiche e le dicauville (una specie di trenino del bosco).

E’ da tener presente, che agli inizi del secolo scorso 1900, quando alcune ditte boschive raggiunsero le nostre zone, per la realizzazione e la fornitura di traverse allo Stato Italiano, per la realizzazione di linee ferroviarie (oggi sono in vetro-cemento, ancora prima di cemento) e mi sto riferendo della zona Alto Sangro o Alta Marsica ma, anche in altre zone della nostra terra, allora non vi erano strade per raggiungere le parti boschive dove estrarre i tronchi da cui venivano ricavare le traverse.

Le prime ditte boschive che stanziarono o meglio occuparono, la nostra zona furono: De Capitani e Crugnale, più tardi Iannarilli, poi Sanità e molte altre ancora.

Addirittura ad Opi a Civitella Alfedena, Barrea e Pescasseroli, per poter lavorare il legname e ridurlo a traverse e tavolame di ogni genere, furono costruite delle segherie.

Ora quei fabbricati e capannoni, hanno cambiato destinazione d’uso e sono diventati: Museo della foresta, come nel caso di Opi, ma anche punti di accoglienza e di informazione, come il caso di Civitella Alfedena.

La più semplice delle teleferiche era lo scivolone, detto più comunemente dai lavoratori dei boschi (Filo a sbalzo), ed era costituito da una fune di ferro o di acciaio, ancorato fra la stazione di partenza (punto di partenza) in alto e la stazione d’ arrivo (punto d’arrivo) in basso.

La fune era ancorata alla stazione superiore ed era teso alla stazione inferiore da un arganello o meglio da un tenditore automatico.

Il materiale legnoso, TRONCHI, TRONCHETTI, PANCONI (detti anche spacconi), PUNTELLI E LEGNA, venivano sospesi ad un gancio con pattino o ruota scorrevole e si lasciava scendere a valle.

In questi impianti si usavano funi di diametro non superiore ai 10 mm. e le campate ( lo spazio dala stazione di partenza a quella d’arrivo, non superava i 1.000 metri e la pendenza di solito si aggirava tra il 10 e 12%.

I colpi alle stazioni di arrivo venivano attutiti con frascame e fascine appositamente sistemate in loco.

Detto dello scivolone, passiamo a parlare delle diverse funicolari a fune e cioè: Funicolare a fune unica, funicolare a tre funi, funicolari va e vieni.

In sostanza l’impresa boschiva, per ricacciare il materiale legnoso impiantava la funicolare più adatta alla natura del bosco.

Non stiamo qui a divagare sul funzionamento della teleferiche, diciamo solo che sulle funi scorrevano i carrelli, i solo vogliamo dire che fino agli anni cinquanta questi macchinari sono rimasti in funzione, poi smantellati, per la costruzione di strade sterrate che da valle risalivano verso i boschi.

Naturalmente per il funzionamento delle teleferiche, molto spesso era necessario il motore, motore che veniva scelto in base al bosco ed anche alla convenienza dell’impresa.

Ancora una cosa, nella lavorazione dei boschi, dove il terreno lo permetteva, si usava anche la decauville, e nei tratti in salita venivano trainati da muli e cavalli.

Naturalmente un ruolo molto importante lo ricopriva il mulo e il mulattiere che erano chiamati al trasporto del legname e portarla alla stazione di partenza.

Poi con l’arrivo delle strade molte cose sono cambiate, i tronchi venivano trainati da muli e cavalli, lungo gli scivoli, appositamente segnati, sul bordo più vicino della strada.

Stessa cosa naturalmente per gli altri tipi di legname, ma questa volta con muli da soma.

Per concludere diciamo che solo nel territorio di Opi furono installate diverse teleferiche e fili a balzo che si aggiravano intorno alle dieci unità.

Ora è tutto finito, ci rimane solo l’uso civico di legnatico per la fornitura di legna ai cittadini residenti, che è poca cosa, in relazione a tutto quello che abbiamo detto.

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