Piccoli campioni a Pescasseroli 2. Intervista a Giulia Antonucci, la collezionista di coppe

giulia 1Giulia è una surfista della neve. La vedi e ti rendi conto che per volare non serve un aeroplano, ma basta il corpo in movimento. Fa parte del nostro patrimonio. Non per le sue coppe con le quali conta i giorni del passato. No, quelle sono di Giulia. Come Annino, fa parte del nostro patrimonio per la sua tempra. Quella solo si può condividere insegnare  imparare. E Giulia è umile, ma anche intensa. Di una intensità che raffina e dilata anche i suoi 14 anni. L’intensità e la grazia, che nella leggenda è la caratteristica delle api, che sono anche laboriose, come la nostra atleta. L’intensità con la quale vive il sacrificio per non fare falsa testimonianza dello sport come lei lo concepisce: filosofia e religione, ricerca e comandamento. La vita, sembra dire, è come una pista, si scivola, è bello e rischioso e se prendi un punto di partenza iniziale è anche una fuga. Perché Giulia fugge l’indolenza a cui potrebbe farti rassegnare un paese a cui troppo spesso rimane la bellezza solo di una natura morta. Ecco cosa mi ha detto Giulia.

Giulia, come hai iniziato a sciare?GIULIA 3

Un po’ come tutti. A 3 anni mi hanno messo gli sci ai piedi e via per Campetto e Panoramica con lo zio Nicola. Poi è diventata una passione e ho cercato di metterla a frutto. Perciò a 9 anni sono entrata a far parte dello sci club di Scanno, dove sono stata subito accolta. Per qualche anno ho seguito anche i ragazzi di Evolution Ski di Pescasseroli che pure mi hanno dato molto. Adesso il mio maestro Flavio Schiappa è anche un punto di riferimento.

Lo sci, in un paese che non offre molto dal punto di vista dello sport, è stata un’alternativa obbligata?

Ho provato tanti sport: danza, equitazione, calcio. Tutto quello che potevo fare l’ho provato. Ma lo sci mi attira come una calamita. Per lo sci ho una sorta di istinto naturale. Per me è quasi più naturale che camminare. Perciò non mi pesa svegliarmi alle 4 la mattina, fare 2 ore di file per stare sulle piste. Per un altro sport non avrei sopportato questo sacrificio.

In gara ti senti di rappresentare Pescasseroli?GIULIA 4

In parte sì, ma mi sento di rappresentare anche la mia scuola. E ormai nelle convocazioni nazionali specificano il comitato di appartenenza, nel mio caso l’Abruzzo. Quindi porto la bandiera di tutta una regione e quindi anche Pescasseroli.

Pensi di fare dello sci la tua professione?

Sì, vorrei mettere a frutto i sacrifici che io e la mia famiglia abbiamo fatto. Perché nella mia famiglia lo sci è uno sport di squadra. Quindi ho scelto per il prossimo anno un liceo che mi permetta di dedicarmi magari non 24 ore, ma quasi, allo sport. E poi farò le selezioni per i maestri di sci per avere anche una professione. Ho investito troppo in questo sport per lasciare gli sci in cantina.

Per realizzare questo sogno è necessario andare via da Pescasseroli?

Purtroppo sì. Pescasseroli può essere un trampolino di lancio, va bene per fare la scoperta dello sci. Ma poi non ci sono le strutture, non c’è disponibilità di molte piste per allenarsi. Non c’è neve tutto l’anno e io ho bisogno di allenarmi anche in estate. È ancora tutto da costruire. Può essere anche un ostacolo, ma se vuoi, trovi i mezzi per andare avanti.

Che cos’è per te lo sport?

Lo sport è allenamento e gara. Sono due situazioni diverse. Nell’allenamento ci vuole disciplina, regole, orari. Devi riorganizzare la tua vita. Ma acquisisci un forte senso di responsabilità. La gara è soprattutto confronto, non solo nel momento della competizione ma in tutto il contesto. Come quando per un evento agonistico ti ritrovi in stanza con una ragazza di Napoli e puoi conoscere una realtà diversa. Ti fa crescere. Poi dalla gara impari a gestire le tue emozioni, come l’ansia. Ti fa crescere. Anche lo sport è un modo per conoscere.

Giulia sulla neve è abituata al vento, non alla corrente. Non è abituata all’opposizione, ma solo ad andare, comunque e per forza. Altrimenti il vento non lo sentirebbe. Ha imparato ad essere responsabile perché sugli sci devi reggerti da sola. E a costruirsi la sua vita in autonomia, perché in pista non ci sono confini che ti diano la direzione. giulia 2Anche se lo sa, non sempre sono discese. Molto spesso, molto è sacrificio. Ma ormai ha imparato: il sacrificio non consuma, ma ingrandisce. Non sentirai mai l’odore della cenere, ma solo il dolce della soddisfazione. Ed è una sazietà che dura per sempre.

FEDERICA TUDINI

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