50ESIMO ANNIVERSARIO MORTE SAVERIO SALTARELLI

In concomitanza del 50esimo anniversario della tragica morte di Saverio Saltarelli, studente pescasserolese deceduto a Milano il 12 dicembre 1970, l’associazione “Pescasseroli è W”, in collaborazione con la famiglia, pubblica una serie di testimonianze familiari e degli amici più cari, in ricordo di una persona prematuramente scomparsa ma il cui ricordo è ancora vivido nella memoria di molti.I contributi video fanno parte di un documentario in fase di lavorazione

Ringraziamenti: Teresa Saltarelli, Carmelo D’arcangelo, Michele D’addario, Pasquale Saltarelli, Marco Di Bona, la famiglia Saltarelli, Stefano Chiavarini, Domenico Boccia, Mauro Ricci, Alessandro Gaeta, Marco Ronca, Francesco Paglia, Peppe Vitale

Primo episodio: L’ARRIVO A MILANO

Interventi: Carmelo D’arcangelo, Teresa Saltarelli

Materiale d’archivio: fotografie personali della famiglia

https://youtu.be/so6ImtIIqic

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Secondo episodio: E LE SUE PASSIONI

Interventi: Pasquale Saltarelli, Teresa Saltarelli

Materiale d’archivio: fotografie personali della famiglia, video d’archivio

https://youtu.be/4aoQqjwigSg

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Terzo episodio: DI SAVERIO

Interventi: Marco di Bona, Michele D’addario, Teresa Saltarelli

Materiale d’archivio: fotografie personali della famiglia, video d’archivio

 https://youtu.be/TBmIydupuqo

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Quarto episodio: IL SUO FUNERALE A PESCASSEROLI

Interventi: Teresa Saltarelli

Materiale d’archivio: video d’archivio RAI

https://youtu.be/KBPnCvMPe9M

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       SAVERIO E LE QUESTIONI AMBIENTALI 

 

https://youtu.be/OjCwD5bdC-8

                           I VENTI ANNI CHE SCONVOLSERO IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO

Il 12 dicembre del 1970 Saverio Saltarelli, studente di 23 anni, comunista, veniva ucciso dalle forze dell’ordine a Milano in una manifestazione nell’anniversario della strage di piazza Fontana, meglio conosciuta come “La strage di Stato”. Veniva da Pescasseroli dove quell’ultima estate, prima di tornare a Milano aveva documentato con numerosi scatti fotografici quello che stava avvenendo al suo paese da più di dieci anni. Era successo che negli ultimi 12 anni questo territorio, soprattutto quello di Pescasseroli, era stato completamente stravolto, con la costruzione di centinaia di ville, strade, residences, impianti di risalita ed aveva subìto una trasformazione sociale ed economica, con una economia prevalentemente zootecnica pastorale, semi agricola e boschiva che nel breve giro di due lustri diventava quasi completamente una economia edilizio- turistica.

 

 

                                                                      LA SPECULAZIONE EDILIZIA

Tutto era iniziato nel 1958-59 quando il comune di Pescasseroli che da più di 10 anni era guidato da Bernardo Trillò, maestro elementare, democristiano che da lì a breve veniva espulso dalla Democrazia cristiana, chiese  la  sdemanializzazione di 30 ettari della zona Collacchi, a 12 lire al metro, e, dopo mediazioni col ministero di Agricoltura e foreste, si arriva a 18 ettari a 70 lire il metro, venduti a una società  che il giorno prima ancora non si era costituita,  la società Colli dell’ oro .Nasceranno di lì a breve molte società e cooperative, ai cui vertici figuravano i soliti 6  o 7  personaggi, Grassi, Provenzano ,Palombi, Coltellacci, etc; La Società Valle dell’oro, che verrà presto sostituita con la Valle dell’oro 2 in seguito alla caduta dell’onorevole Fracassi, sostituito alla presidenza onoraria dall’onorevole Di Giannantonio, entrambi dell’allora Democrazia cristiana ma il secondo in fase crescente, la Cooperativa edilizia Parco Nazionale d’Abruzzo, la Sisipna e altre. I terreni vengono venduti a piccoli lotti a 500 e poi a mille fino a 3000 lire al metro. In pochissimi anni quasi tutti i terreni privati intorno a Pescasseroli venivano sdemanializzati, spesso con procedure dubbie, e venduti a queste società. I terreni furono comprati soprattutto da personaggi influenti romani, segretari di partiti nazionali, magistrati delle corti alte, primari, funzionari di stato, che hanno costruito ville senza alcun criterio urbanistico sui colli e nella piana. Terreni che erano i pascoli più comodi di Pescasseroli e che l’anno precedente il ministero agr. e for. aveva” migliorato” con un finanziamento di 12 milioni di lire.  Poi nel 1961 vennero ceduti altri terreni e l’uso della montagna di Schiena cavallo e del Ceraso alla Sisipna, per costruire gli impianti di risalita, senza alcuna sdemanializzazione senza che venisse chiesta neanche una lira, anzi poi i lavori per portare acqua e elettrodotto furono finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno con 60 milioni di lire, con l’obiettivo di rifornire una zona già “urbanizzata”. E poi il Grand hotel del parco e un residence con 200 stanze proprio a ridosso delle casette asismiche che stanno lì a testimoniare l’estrema povertà che ancora regna nel paese. E poi altri 5 residences sui colli bassi, quasi a dominare sul centro storico, prima 3 poi altri due, tutti uguali, sullo stile dei palazzoni popolari che vanno nascendo alla periferia di Roma. Non casualmente questi palazzoni risultano, anche in documenti del prefetto, Edilizia Economica e Popolare e grazie a ciò hanno ottenuto finanziamenti dalla Cassa per il Mezzogiorno Quei primi dieci anni furono come un vortice per la popolazione che conobbe il lavoro salariato, dopo aver venduto le mucche e il terreno che aveva. Da boscaiolo si diventava manovale perché tutti i lavori più professionali erano occupati da forestieri. La maggior parte cottimisti. Si doveva far presto a costruire quei mille appartamenti accatastati su 5 residences, buona parte venduti prima ancora di scavare le fondazioni.  Si lavorava giorno e notte, anche 15 ore e per reggere quei ritmi si usavano anche anfetamine e altre sostanze stimolanti. Qualche lavoratore iniziò anche a protestare per i ritmi estenuanti ma venivano subito licenziati, come è successo anche a Saverio e al fratello. Gli affari attiravano ,come mosche, quelli che Gabriel Garcia Marques chiamava le foglie morte(hoja rasca) che svolazzavano intorno ai padroni e ai soldi della compagnia bananiera in Colombia .Qui a Pescasseroli arrivarono soprattutto da Roma ,per gestire alberghi, ristoranti, night, cabinovie, sognando una Cortina del sud, o una Roma della Bella vita .Più avanti iniziò a partecipare al banchetto anche qualche locale, anche se dobbiamo aspettare qualche decennio per vedere la nascita di una piccola imprenditoria locale, quando le foglie morte hanno lasciato seguendo altri  soldi dopo essersi accorti che iniziavano le prime difficoltà.

 

 

                                                                              LA CICERANA

Altra vicenda, quella della Cicerana, in territorio di Lecce dei Marsi, nasce nel 1961 quando il sindaco Rodomonte Spallone, comunista e padre di un deputato comunista e del medico di Togliatti sdemanializza 250 ettari di terreno e li vende a una lira al metro alla Cooperativa Prati della Marsica il cui presidente l’avvoc. Palombi è membro di tutte le società che operano a Pescasseroli. Si inizia a sbancare e a costruire 30 villette, con l’obiettivo di costruirne altre 400 e un albergo con 250 stanze, il doppio del Grand’hotel e impianti di sci per collegarsi agli impianti di risalita di Pescasseroli. Anche li la Cassa per il mezzogiorno non fece mancare il proprio sostegno con il finanziamento dell’acquedotto e della strada che, bontà sua fu chiamata con il nome del segretario del Pci, via Palmiro Togliatti. Le costruzioni però si interruppero improvvisamente, quasi per una fatalità. Una storia di presunta truffa da parte dei due costruttori romani portò alla loro denuncia da parte del Presidente della cooperativa e il processo attirò la stampa e portò alla luce che non esistevano licenze né sdemanializzazioni, ci fu il blocco e la revoca delle altre costruzioni e infine dopo più di 30 anni alla demolizione di tutte le ville

A Pescasseroli invece si continuerà a costruire anche se non con i ritmi della decade dei sessanta. Altri residences ,altri villaggi turistici, però per gli speculatori , come sono definiti da ambientalisti e da una piccola minoranza locale(la maggioranza invece sta con loro, perché crede in quello sviluppo che avrebbe portato progresso ,lavoro per tutti e ricchezza)iniziano i guai, portati da numerose denunce da parte di cittadini locali, che  ravvisano abusi da parte del Sindaco e dell’amministrazione comunale  per i tanti favori, di aver svenduto i terreni e di aver fatto solo gli interessi di poche persone. Ma le denunce che fecero più scalpore furono soprattutto, quelle di associazioni quali Italia Nostra e di numerosi articoli di giornale, che denunciano il grave attacco della speculazione edilizia al parco, e poi da interrogazioni parlamentare, inchieste dei vari ministeri. Sotto attacco sono le varie Amministrazioni Trillò, che è costretto alle dimissioni più di una volta. Gran parte di tutte queste vicende avranno, negli anni a venire, ripercussioni giudiziarie con inchieste ministeriali, parlamentari, alcune più di dieci anni dopo, e porteranno a dimissioni di sindaci di presidenti dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo e di alti personaggi.

Il Marsicano

Va dato atto che nonostante il risalto della stampa le vicende giudiziarie e le pressioni, forti probabilmente degli aiuti e delle manovre dei tanti personaggi potenti proprietari di ville a Pescasseroli, la speculazione continuò con quello che ,alla fine, si sarebbe rivelato l’ultimo attacco alla natura, l’aggressione al monte Marsicano, che pur non facente parte del parco, da più parti ne veniva richiesta l’inclusione, insieme al monte Greco, cosa che però non era affatto gradita alla maggioranza della popolazione che invece era a favore della costruzione di nuovi impianti sul monte Marsicano. Anche questa volta l’amministrazione comunale, non fa mancare favori agli amici compiendo atti che anni dopo continueranno con le vicende giudiziarie a cui saranno sottoposti. Dopo sei anni di alterne vicende, approvazione del progetto e inizio dei lavori, ricorsi, blocchi, crisi economica per i problemi del petrolio, manifestazioni e denunce, la questione Marsicano si concluse con il decreto del ministro Marcora del 1976 che allargava il parco fino al Marsicano e al monte Godi.

 

f0to: http://www.francescoraffaele.com/web-y2016/Marsicano-Forcone-Ninna.htm

                                                                 PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO

Naturalmente tutto il territorio interessato fa parte del parco,300 chilometri quadrati, 17 paesi e circa 20 mila persone, costituito soprattutto da foreste di faggio, dove vivono protetti orsi, lupi, camosci, aquile e centinaia di altre specie. Un territorio ricco di biodiversità   gestito da un Ente autonomo, che dipende da vari ministeri, nato nel 1923, soppresso dal fascismo e rinato negli anni 50 ha avuto un ruolo in tutto quello che è successo perché è stato la principale controparte della speculazione edilizia. Va avanti con pochi mezzi,8 guardie, un direttore Francesco Saltarelli, originario di Pescasseroli, che oppose resistenza e dopo una decina di anni, nel 1964, fu cacciato, e risarcito più di 10 anni dopo con vari milioni di vecchie lire. L’ente non disponeva di molti finanziamenti, 25 milioni (si consideri che in quell’anno la Cassa per il Mezzogiorno finanziò con 38 milioni l’acquedotto per gli impianti di risalita). Ad onor del vero occorre dire che ancor prima dell’inizio della speculazione edilizia, il Parco stesso stava avviando dei progetti per la costruzione di un albergo, a Rocca tra Monti, nei pressi della Camosciara, cosa che in effetti servì come alibi ai privati che iniziarono a costruire ville in piena Camosciara. Dopo i primi anni in cui il Parco provò ad opporsi, nel 1960 alla Presidenza dell’Ente fu inviato Tavanti Tommasi, un funzionare Forestale che già aveva permesso e favorito la speculazione edilizia al Parco del Circeo e tra le prime mosse autorizzò la costruzione delle prime 50 ville alla Cicerana. Più avanti verrà rimosso e processato dalla Corte dei Conti per il risarcimento dei danni alla natura, ma aveva fatto in tempo ad autorizzare altre costruzioni e altri tagli di boschi oltre a licenziare, come ricordavamo sopra, il Direttore Saltarelli, l’unico che continuava ad opporsi alla speculazione. Il Parco rimase senza direttore per 6 anni e furono gli anni in cui in varie parti del parco si colava cemento giorno e notte. Però sono gli anni in cui si accendono i riflettori su quanto sta avvenendo in uno dei posti più belli dell’appennino. Articoli di Antonio Cederna, Tullio Zevi, denunciavano quello che stava accadendo al parco, si ventilava l’estinzione dei circa 50 Orsi Marsicani rimasti, la distruzione delle bellissime faggete, la fine del parco. Si scatenavano anche fake news antelitteram, da entrambi i lati della barricata, e altre Cassandre che annunciavano scenari apocalittici. Altri enti come il Cnr, il Consiglio d’Europa, prendevano posizioni e soprattutto da Italia Nostra si chiede di dare più potere all’Ente, più soldi, una nuova dirigenza, e inizia a lavorare ad un progetto che di lì a qualche anno sarà quasi completamente attuato. Una nuova dirigenza, con un nuovo direttore, l’ampliamento del territorio, la zonizzazione, più soldi anche per i risarcimenti dei danni provocati da orsi e lupi. Stavano cambiando i tempi. Il boom economico, la speculazione edilizia nelle grandi città, l’inquinamento provocato dalle fabbriche facevano maturare quelle sensibilità ambientaliste e quindi grande attenzione suscitavano le zone come il parco d’Abruzzo che era in larga parte ancora intatto. Con la nomina di Franco Tassi, che di fatto portò avanti il piano di Italia Nostra, il parco si riorganizzò ed ebbe un ruolo importante nel bloccare  la speculazione edilizia, guadagnandosi  da allora un ruolo di primo piano nella società, riuscendo anche a cambiare la mentalità di gran parte della popolazione e pur con numerose incomprensioni e polemiche i rapporti con i sindaci non sono più quelli bellicosi degli anni 70, anche se Franco Tassi agli inizi del terzo millennio fu licenziato, ma questa è un’altra storia. Gli animali selvatici del parco sono aumentati, sono stati reintrodotti alcuni animali che qui si erano estinti, come il cervo che adesso è rappresentato da migliaia di esemplari e cosa positiva, nonostante le strade , la pressione umana, il cemento e le Cassandre all’opera l’orso marsicano, investito da macchine e treni, avvelenato, ucciso dai fucili, o annegato in evitabili incidenti, non si è estinto, ma ha mantenuto sempre lo stesso numero, dimostrando probabilmente  forti capacità di adattamento, naturalmente anche grazie ai maggiori controlli.

A leggere bene i fatti di quei 15 anni che cambiarono il parco si notano tutti i vizi e i difetti che hanno caratterizzato la società italiana in quegli anni di boom economiche e che sono state magistralmente interpretate in film di Alberto Sordi, Totò, Francesco Rosi e altri; affarismo, corruzione, clientele, truffe, mala politica, sostituzione di funzionari zelanti etc.

Questo turismo ha portato sviluppo e questo è evidente dal cambiamento avvenuto, ha portato anche benessere ma  è altrettanto evidente che esso ha interessato solo una parte della popolazione .Più di 30 miliardi di denaro pubblico e privato investito nel territorio, che ha dato profitti anche 10 volte più alti degli investimenti, a poche persone, avrebbe potuto avere ricadute più stabili sulla popolazione, se non fosse stato investito su quei casermoni, che una volta terminati, avrebbero dato lavoro solo a tre persone ,o sulle 300 ville, che una volta terminate, il lavoro sarebbe finito, altrimenti si sarebbe dovuto costruire per tutta la vita. Basta ricordare che nel triennio 66-68, in piena attività edilizia da Pescasseroli sono partiti 303 migranti verso Germania Belgio, Australia, Stati Uniti, Roma, Milano etc.  Già all’inizio con le vendite a privati di terreni pubblici il Comune avrebbero potuto realizzare 10 volte tanto. Si sono dovuti aspettare gli anni 80 per vedere nascere pochi imprenditori locali proprietari di ristoranti, alberghi, negozi, maestri di sci. La Cabinovia è rimasto un debito perenne a carico della popolazione, gli appartamenti nei palazzoni vengono occupati per meno di un mese all’anno. Probabilmente degli investimenti per piccoli alberghi, campeggi, ma soprattutto per mantenere in parte quelle attività della tradizione, avrebbero coinvolto una parte maggiore della popolazione. Tra tutti gli aspetti penso che il più negativo di quell’ondata travolgente è stato quello di accelerare e completare la distruzione della zootecnia, che si sarebbe ben integrata con le attività turistiche.

 

Queste poche pagine, naturalmente non esauriscono quelle vicende iniziate 60 anni fa, ma ancora vive, perché coinvolgono gran parte della popolazione e che hanno avuto un grandissimo risalto sulla stampa nazionale. Ho voluto ricostruire sommariamente attraverso la lettura  di circa 600 articoli di giornale, altro materiale  e fonti locali, quel periodo che ha portato grandi cambiamenti nel territorio, ma niente esclude che altre ricerche, di altre fonti, possano aggiungere altre opinioni per meglio ricostruire quell’importante periodo.

Francesco Paglia

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