Carlo Tudini, intervista ad un atleta speciale degli Special Olympics

Da qualche giorno Carlo è rientrato dall’Estonia dove ha partecipato al meeting degli Special Olympic in quota Team dell’Aquila.

Mi sembra un sacrilegio scrivere di Carlo. La scrittura è una dissacrante operazione chirurgica sulla sua impresa. È un’operazione insufficiente per risalire all’anatomia della sua passione per la vita, così discreta, così “sua”. Pescasseroli è una gola che condanna all’asfissia. Uno come Carlo viene fagocitato senza difesa. Ma mentre noi altri scappiamo via inseguendo la felicità altrove, Carlo presidia questo luogo. Spulcia tutte le occasioni di benessere che noi abbiamo disconosciuto. A lui il sorriso costa di più e per questo è ancora più prezioso e immacolato. Devo sacrificare alle maglie di internet la sua storia. Tuttavia il suo ardore fioco è figlio dell’umiltà, che è una parola bellissima: umiltà è l’humus, la terra e Carlo è molto terrigeno, è inchiodato a questo maledetto suolo. Cammina con soddisfazione con il suo cappello da alpino in testa. Le sue parole centellinate sono i versetti di una Bibbia tutta umana eppure angelica. Si pronuncia un altro alfabeto per parlare della vita. Non è un accanito sognatore, ma un “Piccolo Principe”, uno degli ultimi pionieri alla ricerca di spazio per poter vivere.

Vi auguro che domani mattina in piazza incontriate Carlo per parlare con lui!

Come è iniziata questa avventura?

Tramite Giovanni Ursitti ,istruttore di sci di fondo sono entrato in contatto con il team dell’Aquila guidato da Guido Grecchi e mi hanno invitato a partecipare alla gara degli Special Olympics (a differenza delle paraolimpiadi non ha carattere competitivo ma si pone l’obiettivo di far partecipare a scopo inclusivo i disabili accanto a non disabili.) L’Estonia è alla sua cinquantesima manifestazione e hanno partecipato undici Paesi.

Chi erano i partecipanti?

Io scio con Cristian, Stefano, Jacopo e Paolo. A Stefano gli dico: “Ciao. Come ti chiami?” e lui mi fa:”We Carletto!” Scherza. Poi la sera al pub abbiamo conosciuto ragazzi della Svizzera, del Lussemburgo, dell’Estonia, della Polonia, dell’Ucraina.

Com’è andata la gara?

(Carlo prova a barare! Poi confessa) Settimo posto nella individuale e quarto nella staffetta. Stefano è caduto, io no.

Prossima tappa?

Bardonecchia per i campionati italiani.

Com’è stata questa esperienza?

Abbiamo girato nel paese. Nevicava tanto. Le mani facevano così (e le scuote). Siamo andati in giro tra i negozi. In albergo c’era l’acqua con le bollicine (la vasca idromassaggio) e poi si lanciava la palla (nel bowling). Il paese era tutto piatto, non c’erano montagne. C’era un laghetto tutto ghiacciato e una barca in mezzo nel ghiaccio. (Ride se gli chiedo se il cibo fosse buono).

Ci sono state delle difficoltà?

Tutto bene. Tutto organizzato. Sono andato con l’aereo. Abbiamo preso due aerei!

Lo sci è il tuo sport preferito?

Scio bene. Qualche volta ho sciato alla cabinovia. Quando ero piccolo ho vinto una gara a Macchiarvana. Mi piace andare a cavallo e con Valeria ho fatto trekking fino a Villavallelonga. Mi piace andare alla piscina, che qui è tutta scoperta e anche nuotare al mare.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare?

Giovanni che mi ha chiamato. Guido che è stato bravo e Valeria mia sorella che mi ha accompagnato.

Ciao Carlo!

FEDERICA TUDINI

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