IL 12 DICEMBRE 2019 IL COMITATO PRE LA MEMORIA DI SAVERIO SALTARELLI RICORDA SAVERIO A MILANO

 

Milano, 12 dicembre 2019

Cinquant’anni dalla strage di piazza Fontana

Nel primo anniversario della strage, il 12 dicembre 1970, fu assassinato Saverio Saltarelli giovane comunista internazionalista che manifestava per l’innocenza di Giuseppe Pinelli e di Pietro Valpreda. Giovedì 12 dicembre amici e compagni di Saverio si incontrano in via Bergamini (angolo via Larga)alle ore 10,30 per ripristinare la lapide dedicata a Saverio più volte imbrattata da sfregi e insulti del fascista di turno In serata (ore 18/19) per ricordare la figura umana e politica di Saverio

12 dicembre 1969 Strage di Piazza Fontana: 17 morti 12 dicembre 1970 Saverio Saltarelli, dopo Pinelli, ne è la diciannovesima vittima.

In occasione del 50º anniversario della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969) gli amici e i compagni di Saverio Saltarelli vogliono ricordarne le circostanze della morte a Milano il 12 dicembre 1970. Il comunista internazionalista Saverio Saltarelli fu ucciso dalla polizia mentre manifestava nel primo anniversario della strage denunciando l’omicidio di Giuseppe Pinelli e sostenendo l’innocenza di Pietro Valpreda e degli altri anarchici incolpati della strage, senza fondamento e con procedure arbitrarie e illegali. Saltarelli venne allora presentato come un generico studente “democratico”, falsandone la reale fisionomia e le circostanze della morte. Saverio infatti venne ucciso dalla polizia militando da internazionalista in una giornata del tutto particolare: 1. perché il 12 dicembre 1970 era il primo anniversario della strage di Piazza Fontana, di cui erano accusati gli anarchici. 2. perché pochi giorni prima, tra il 7 e l’8 dicembre l’avventuriero fascista J. V. Borghese aveva avviato (e subito fermato) un colpo di Stato in piena regola che venne allora tenuto nascosto per oltre 100 giorni. Si determinò così un vero e proprio colpo di Stato della conoscenza e dell’informazione, gestito dal governo Colombo di centro-sinistra e con l’acquiescenza delle opposizioni (il PCI di Longo e Berlinguer, lo PSIUP). Preoccupate per le implicazioni del golpe del fascista Borghese, tutte le forze parlamentari si impegnarono a dimostrare ai centri del potere reale interni e internazionali di essere in grado di “controllare la piazza”. Per questo il 9 dicembre 1970 le forze parlamentari, per mezzo del “Comitato permanente per la difesa antifascista dell’ordine repubblicano” (dalla DC alle diverse declinazioni del PSI, al PCI, allo Psiup, all’Anpi, ai Sindacati), ottennero del questore Allitto Bonanno Piazza del Duomo per un loro comizio centrato su processi in svolgimento in Spagna e con il totale silenzio sulla strage di Piazza Fontana e i suoi sviluppi. Agli anarchici, che avevano chiesto Piazza del Duomo pochi giorni prima allo stesso Bonanno (ricevendone l’assenso di massima) per tenervi un loro comizio incentrato invece su Piazza Fontana e sulla innocenza dei propri esponenti incarcerati, venne proibita ogni manifestazione pubblica. Nel frattempo il Movimento Studentesco della Statale si era mobilitato contro una annunciata manifestazione fascista — il questore Bonanno incontrò quindi Capanna, Cafiero, Toscano. Come venne scritto nella sentenza del processo Saltarelli «i giovani del movimento studentesco, in virtù di un accordo “sui generis” fra la Questura e i loro “leaders”, avevano avuto il privilegio di sostare all’ingresso delle vie Bergamini e Sant’Antonio in v. Larga, a difesa dell’Università.». Gli anarchici, accusati del più grave delitto della storia repubblicana, si trovarono così isolati, con la piazza occupata dalle forze di governo e dai loro sodali dell’opposizione. Proprio quelle forze che avevano scatenato la caccia ai loro danni e dato copertura alla “strage di stato”. Gli anarchici decisero di ignorare il divieto di manifestare per la propria innocenza. Gli internazionalisti di Rivoluzione Comunista — e tra di essi Saverio Saltarelli — convinti fin dall’inizio della innocenza di Pinelli, di Valpreda e degli altri anarchici, assicurarono loro il pieno appoggio militante, assieme a piccole frange della sinistra extra-parlamentare (Andrea Bellini, per esempio) e qualche decina di singoli individui. La polizia e i carabinieri decisero di mostrare la forza dello Stato attaccando e disperdendo il corteo anarchico, composto da poche centinaia di persone e del tutto pacifico. Saverio fu colpito da un candelotto lacrimogeno all’incrocio di Via Larga, Via Bergamini, Via Sant’Antonio (lì era schierato il MS Statale) in circostanze mai chiarite. Il chiarire come avvenne la morte del nostro giovane amico e compagno è una parte di quanto il Comitato per la memoria di Saverio Saltarelli si propone di illustrare in questo periodo che ci separa dal cinquantesimo del 12 dicembre 1970. Preghiamo chiunque abbia memoria o notizia di quanto avvenne in quel 12 dicembre 1970 di rivolgersi a noi per approfondimenti. Nel frattempo, dato l’ovvio ed esplicito legame tra la morte di Saltarelli e la strage di Piazza Fontana, in questo 50º anniversario della strage stessa, il nostro Comitato esprime la propria vicinanza a tutte quelle forze che sente vicino alla verità. Tra queste certamente il movimento anarchico milanese che in questi anni ha sempre voluto ricordare Saverio Saltarelli (morto per difendere la loro dignità e innocenza) anche ripulendo e ripristinando più volte la targa dedicata a Saverio in Via Bergamini, oggi imbrattata irrimediabilmente per gli sfregi insultanti del fascista di turno.

Comitato per la memoria di Saverio Saltarelli

fabio-stoppani@alice.it

 

 

 

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