Ilaria ed Elvira, il coraggio di esporr(si)e

Entro nella Sala consiliare nel Municipio di Pescasseroli. Questa sera la sala è vuota, eppure sembra fremente, popolata. Non sono nemmeno i soggetti dei dipinti a suggerire questa sensazione, anzi nella collezione in tutto sono raffigurate solo tre donne, di spalle o con lo sguardo spuntato. Sono le emozioni ad abitare quella sala asettica. Ilaria Rosa ed Elvira Boccia sono lì, pazienti aspettano il visitatore. Ma non hanno fretta, né che arrivi l’ospite né che batta l’ora di smontare. Piuttosto sfrigolano dentro dalla voglia di riprendere un pennello, un gessetto e produrre, prima che l’idea o l’emozione non si lasci più acchiappare. Elvira non resiste. Si comporta quasi come una bracconiera verso ciò che le passa nella testa. La trovo che butta giù qualche schizzo. Magari diventerà un quadro da affiggere. Pescasseroli, da cui è partita con una grande passione per l’arte nel bagaglio, è una tappa del suo viaggio tra varie gallerie che l’ha portata anche a Venezia, Roma, Firenze. Ilaria me lo spiega cos’è quell’impazienza: non è tanto la preoccupazione di perdere il guizzo. No, per lei, per Elvira, dipingere o disegnare è un’esigenza biologica. Un istinto a cui devi obbedire, è quasi il corpo che te lo chiede. Sfatato il mito che gli artisti sono sognatori.

Produzione di Ilaria Rosa

Produzione di Ilaria Rosa

L’arte è un fatto fisico, è la strana reazione dell’occhio o dell’orecchio. La mente arriva dopo, con un ritardo favorevole a che la sensazione divenga emozione. Forse anche per questo Ilaria non ha mollato, a parte la tenacia. Anche se lo ha sempre saputo, nelle passioni si creano passi falsi,  si procede in una selva fitta di tagliole tra chi ti stronca o semplicemente ti scoraggia. Quella frase pneumatica sempre addosso: “Con l’arte non si mangia”. Ci si potrebbe mangiare, mi fa capire Ilaria, se solo gli altri fossero disposti a mettersi insieme a te a questa tavola. I suoi dipinti sono palpitanti. Ma ti lasciano indecisi: dovresti ammirarli mentre Ilaria non è presente perché la sua solarità ti confonde. C’è qualcosa che si è irrimediabilmente perso, di cui restano le tracce, come la sedia o lo specchio del laboratorio del papà. A volte una speranza, a volte il tentativo di fermare. È stata tenace Ilaria, ad affinare quella capacità che a volte sembra alimentare un capriccio, da sola, lavorando su se stessa. È cresciuta insieme e nella sua arte. E qualche frutto lo ha raccolto: ha vinto il premio “Arte e artisti 2016” che le vale la pubblicazione in un libro di 4 sue opere che raggiungeranno il pubblico di Italia. Non sfugge nemmeno al primo sguardo che i colori più frequentati sono tre: bianco, rosso e nero. Sono frutto di un’evoluzione in seguito ad un’esperienza di vita e prestano il loro tono alla malinconia, al dolore, ma anche delle riflessioni, come per esempio sulla guerra.

Produzione di Elvira Boccia

Produzione di Elvira Boccia

La passione in Elvira sopravanza lo studio e la perizia. Asserve a sé tutto. È vero, ha studiato in Accademia, conosce le tecniche, ama la manipolazione. Quasi che alla fine la sua pittura più che per lo sguardo ha un debito verso il tatto. Però per la maggior parte è tutto patrimonio suo. Alla fine è l’arte che le obbedisce e ne è talmente consapevole da avere pieno dominio dei suoi strumenti. È difficile disincagliare il senso in una pittura astratta. Elvira non serve nessuna chiave di interpretazione. Ha una visione “democratica” del disegno: ognuno è libero di vederci quello che gli pare. Per cui nell’opera c’è la sua personalità ma non il suo pensiero, ed è coinvolgente per lo spettatore che viene ritirato nella stessa ricerca di un’idea. “Cerco di creare spazi emotivi dove ognuno vede secondo la propria interpretazione”. L’arte la considera “ricerca”, le dà da pensare, e sì, in questo modo l’arte le dà da mangiare!

Poi gli artisti non ragionano con la logica matematica, il conto dei visitatori poco importa. Importa essere state lì. Perché esporre una propria opera è mettersi in conversazione. Che meraviglia: ci si accontenta di uno sguardo come risposta!

Vale la pena partecipare a questa conversazione con Elvira e Ilaria. Perciò l’invito è andare a vedere la mostra “ Frammenti” (Sala Consiliare nel Municipio di Pescasseroli tutti i pomeriggi dalle 16,00 fino al 20 agosto)

FEDERICA TUDINI

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