Manifestazione a Palazzo Sipari “La Tutela della natura in Abruzzo”. Il Croce politico dell’ambiente

Le stanze del Palazzo Sipari sembrano un antro della conoscenza, perché la conoscenza tende a rintanarsi. La giornata di studio di oggi è dedicata a chi ha inteso la conoscenza come supporto alla vita.  Nel segno di Croce si dipana il gomitolo di interventi sulla politica ambientale, su cui si allunga, anche qui, lo spunto del pensiero onnicomprensivo del più importante filosofo del ‘900 italiano insieme ad Antonio Gramsci. Croce non avrebbe potuto espellere dal suo pensiero-sistema nessuna parte riguardante la vita dell’uomo. Al vertice del sistema, di discendenza hegeliana, infatti esisteva la concezione delle quattro parti dello “Spirito”, polari ma mai caleidoscopiche e  sempre sintetizzate in unità. Lui che amava l’estetica, tema di un suo saggio (Aesthetica in nuce), come “scienza della sensazione”, non poteva disconoscere quel particolare tipo di “aisthesis”, sensazione, che suscita la natura. Ecco la natura che diventa arte. Trasferisce le sue idee filosofiche in un pamphlet dedicato all’ambiente,  quale fu il suo discorso alla Camera dei deputati il 25 settembre 1920 , alzandosi dal banco che gli competeva quale Ministro dell’Istruzione. (E ricordiamo anche che  l’impianto del sistema scolastico italiano è la concretizzazione del pensiero crociano, poi ritradotto anche da Giovanni Gentile, l’allievo traditore che sposò la causa del fascismo, che aveva designato il Liceo Classico scuola della classe dirigente, poi  la costola mutila del Liceo Scientifico, uniche che consentivano l’ingresso negli Atenei). L’aula divenne accademia parlamentare dove il filosofo vate, il professore, prima che onorevole, Croce teneva una delle sue lezioni sull’importanza della tutela dell’ambiente, patrimonio pari a quello delle opere d’arte, per quell’idea del tutto in uno che è la noce dell’idea di patria.

Prof. Andrea Carandini

Prof. Andrea Carandini

Il primo a contendersi l’attenzione della sparuta platea è il Prof. Andrea Carandini, Presidente FAI (Fondo Ambiente Italiano),  con un intervento di qualità intellettuale. Si fa sponda celebrando il palazzo Sipari “casa-madre per la protezione del paesaggio” e anche del suo Fai, che ebbe come madrina ispiratrice proprio Elena Croce, figlia del luminare. Ma la discussione fa un giro più ampio su un tridente di concetti arte-paesaggio-patria. Colma la zona scoperta lasciata dal Croce, ovvero l’idea di contesto, il cum-textus, il “tessuto insieme” a cui ogni cosa deve essere riportata. È lì che scorre la storia, rispetto alla quale l’arte è “l’elemento anomalo” (Platone la definiva spregiativamente “mimesis”, imitazione, copia). Prima di ogni manifestazione singola, l’autorità faraonica del contesto. Ecco l’idea ispiratrice della Legge Franceschini del 1960, il parto di decenni di riflessioni, perché, non sembra, ma il pensiero è sempre claudicante: fatica ad evolversi, è un riflettere su ciò su cui già si è riflettuto e spesso si sperpera. Dietro tutto, il contesto, e per mantenerlo vitale si può declinarlo in vari contesti. Ecco l’esigenza, come avverte il Dott. Igino Chiuchiarelli, Responsabile Ufficio Parchi e Aree Protette della Regione Abruzzo, di fare “Ecosistema”, integrazione e interazione tra i vari interlocutori che hanno l’occhio sulla stessa parte. Rivendica le attività regionali in tema di tutela ambientale, con una perlustrazione sulle riserve legislative, dote passata di gestione in gestione tanto da essere usurata. Di quanta attenzione ha bisogno la natura, che proteggiamo da noi stessi. L’istituto del Parco comunque è un’anomalia. È contro natura difendere la natura. Anche perché la difesa impone degli artifici che contraddicono quello che dovrebbe essere un’interazione spontanea. E questo è un sedimento del discorso del presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo Antonio Carrara.

Presidente Pnalm A. Carrara

Presidente Pnalm A. Carrara

Diversi sono gli appigli argomentativi scelti dagli intervenuti. Affondi nella filosofia, nella giurisprudenza, nella storia e nella politica. Sotto, un’unica eco: la tutela dell’ambiente è sì una conservazione per non renderci la natura nemica, ma è anche tutela della bellezza. Persino da un punto di vista fisiologico la natura imprime una sensazione pari a quella suscitata dall’arte. Il presidente Carrara individua nel decennio 1985  -1996 un itinerario legislativo fondamentale per la configurazione della politica ambientale. Si crea così anche un ecosistema delle leggi.

A prendere il microfono dopo la pausa-pranzo è il presidente della Comunità del Parco Antonio Di Santo. E la sua preoccupazione è che il Parco sia anche economia, motore di guadagno a basso dispendio. D’altra parte proprio la natura insegna che questo è il trucco di ogni energia.  Perché il Parco è già un capitale. Bisogna solo erigere intorno una banca. Quella banca sono i cittadini della comunità e i rappresentanti istituzionali. Che purtroppo non amano le deleghe e le cessioni di decisione. Questo è il vizio che straccia i legami comunitari, tanto che, come denuncia la dott.ssa Annabella Pace, nel Parco del Velino Sirente di sua competenza come commissario,  molti sono i territori che rivendicano una regressione dei confini dell’ente. Come rifare il nodo? Tornare al binomio Natura-Cultura che sottendono entrambe il senso del futuro e della qualità. Potrà ricrearsi la “Città compatta” contro la “città lineare” che rode territorio? Auspica il direttore del Parco Nazionale della Majella   Arch. Oremo Di Nino. È il desiderio tra il bianco e il nero: le città compatte sono state le Città Utopiche, quelle irregimentate. La bellezza che si conquista l’accento tra le parole del direttore del Parco Nazionale D’Abruzzo dott. Dario Febbo, può essere l’ago della bilancia, per non cadere in qualche –ismo, per ritrovare valore. È lo “sviluppo sostenibile” e perciò gli interlocutori amano riferirsi all’enciclica di Papa Francesco, Laudatus sii.

A chiudere la giornata di studio è il Dott. Nevio Savini, Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato per introdurre a guardare dal punto di vista delle forze tutrici ed esecutrici la politica ambientale.

A Croce viene accreditata la lungimiranza, che in realtà non è una qualità dei filosofi. Forse gli apparteneva nella sue veste di politico. Penso che tentasse, e gli uomini di solito lo dimenticano, solo di provare a sentire il suono della  propria voce. Presente, prima che futuro.

FEDERICA TUDINI

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