Novantanove e uno rintocchi per la vita. Il suono delle campane per annunciare le nascite

Bisogna dire le cose nel momento opportuno, altrimenti quell’annuncio si sgonfia. E l’inizio d’anno per la notizia che vi dirò è un nuovo Avvento. A cavallo dell’inizio del 2019 Don Andrea De Foglio, parroco di Pescasseroli, in fondo vicario sull’altare per ognuno di noi, lancia un’iniziativa che chiamarla sfida sembrerebbe uno squillo di richiamo alle armi e invece è molto pacifica e non ha neppure il tono dell’ordine del giorno in un’assemblea. Scatenare le quattro “mitiche” campane dell’Abbazia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in una sinfonia di cento rintocchi per annunciare la nascita dei pargoli. Le campane non hanno il vigore battagliero delle fanfare, ma riecheggiano un po’ la flebilità della voce angelica che si rivolse ai pastori al di là di Betlemme. Perciò quello del parroco è l’annuncio di una iniziativa discreta ma montata sulla falsa riga del racconto evangelico. Ed è prorompente perché cade come un fulmine a cielo aperto in un periodo di saldo negativo per le nascite nel paese che sta vivendo la drammatica congiuntura delle culle vuote insieme allo fuga dei giovani, con gravi conseguenze per la struttura demografica. Ho chiesto a Don Andrea come è scaturita quest’idea, che è abbastanza articolata, non essendo solo la semplice replica di quanto avviene già per i rintocchi funebri, perché si basa su un carburante prezioso: l’auspicio. “ L’idea nasce dal fatto che deve esserci un suono dedicato alla vita come avviene per la morte. Il senso è quello di suonare per la vita, comunicare con piena gioia l’evento prezioso della nascita”. Sembra quasi una banalità e invece il parroco sottolinea con enfasi che bisogna “dedicare” attenzione alla vita proprio attraverso lo stimolo del suono che già di per sé veicola gioia. Non si tratterebbe in realtà di un’assoluta novità pescasserolese:” Mi rifaccio a ciò che avviene già in altre diocesi,  per cui in fondo c’è anche la volontà di creare un collegamento tra i vari centri religiosi”. Don Andrea fa sua la preoccupazione per il crollo demografico:” Il calo delle nascite preoccupa. Per incentivarle bisognerebbe spronare le famiglie anche costruendogli intorno un contesto economico favorevole, agendo proprio sul motore dell’economia pescasserolese che è il turismo”. Anche la scelta del numero cento ha un significato particolare: ”Attraverso questo numero rivolgiamo l’augurio di una vita lunga cento anni!”. Quelle centinaia di din don dan saranno l’equivalente del mondano brindisi per un evento su cui si incrociano varie vite: quella singola dei genitori, quella di una ristretta comunità e quella di un paese intero. Che non ha voglia di compromettersi in gare per la natalità che non sa vincere, ma solo di vivere momenti di forte intensità che lo risollevino dalla decadenza. Solo per dare la stura alle emozioni.

Mi lascia ricordandomi anche una chicca del folklore pescasserolese, ossia il nome e la funzione delle quattro campane: “C’è la più grande, Maria, che suona nelle occasioni più importanti; Rosso, in azione durante le festività rosse del calendario; Messa che segnala appunto i giorni della funzione eucaristica e infine Scoletta che avvisa i ragazzi di andare a scuola.

Certo si tratta di una mossa simbolica, ma non si può ridurre alla banalità. Qualsiasi memento in qualche modo può avere dei frutti. Ricordo la parabola del seme.

da FEDE T., Pescasseroli, Abruzzo, Europa, Emisfero Boreale, Mondo

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