Simboli incisi sugli architravi delle abitazioni di Pescasseroli e di Opi

Nel presente articolo si intende porre l’attenzione sui simboli incisi su alcuni architravi delle abitazioni di Pescasseroli e di Opi. Difatti, come osservabile anche in altre aree montane (sia alpine che appenniniche), su architravi e montanti in pietra degli edifici dell’Alta Val di Sangro sono stati incisi o scolpiti a rilievo, fin dai secoli passati, una serie di simboli aventi determinati significati scaramantici-propiziatori.

Tutti i simboli qui illustrati decorano oggi gli ingressi di abitazioni private, possono essere collocati in un arco cronologico che va dai primi decenni del XVI secolo fino al XVIII secolo e sono inseribili all’interno di almeno quattro gruppi: cruciformi, fiori a sei petali, alberiformi / ramiformi e teste apotropaiche.

Cruciformi: tra i simboli cruciformi degli architravi di Pescasseroli e di Opi si possono annoverare unicamente croci latine (formate da due segmenti di diversa misura che si intersecano ad angolo retto). Questi simboli cristiani possiedono una chiara funzione apotropaica in quanto proteggono la soglia della dimora dalle forze maligne (diavoli e streghe) e dalle energie negative che potrebbero cercare di entrare nell’abitazione e danneggiarne gli abitanti.

Fotografia di Davide Boccia

Figura 1 – Simbolo cruciforme presente su di un architrave in via della Chiesa a Pescasseroli.

All’interno del gruppo dei simboli cruciformi è annoverabile il cristogramma composto dalle tre lettere iniziali delle parole Iesus Hominum Salvator (IHS). La sigla in questione, spesso contenente una H sormontata da una croce latina, è conosciuta anche come trigramma bernardiniano in quanto a diffonderla tra la massa dei credenti contribuì San Bernardino da Siena (XV secolo).

fonte Wikipedia, IHS, (http://it.wikipedia.org/)

Figura 2 – Trigramma bernardiniano in caratteri gotici.

Fotografia di Davide Boccia

Figura 3 – Trigramma bernardiniano presente su di un architrave in via San Giovanni a Opi. Il cristogramma è stato inserito tra la data di apertura della porta (a sinistra) e il disco solare con dodici raggi serpeggianti (a destra).[1]

Fotografia di Davide Boccia

Figura 4 – Trigramma bernardiniano in via della Chiesa a Pescasseroli.

Per quanto riguarda il trigramma bernardiniano di figura 3, quest’ultimo, negli anni Ottanta del secolo scorso, fu oggetto di una disputa tra Bianca Capone, studiosa della presenza templare in Italia, e Gianluca Tarquinio, studioso di storia locale. Effettivamente Bianca Capone, durante un soggiorno a Pescasseroli, interpretò i simboli incisi sull’architrave di via della Chiesa come una prova esoterica della presenza templare nel centro alto sangrino in quanto, a suo avviso, la sigla IHS sarebbe da interpretare come il monogramma di Dionisio-Zagreo, utilizzato dalla religione orfica nell’antica Grecia, mentre il simbolo in basso potrebbe ricordare il geroglifico dell’acqua o il monogramma della Vergine. Gianluca Tarquinio, invece, riconobbe correttamente il trigramma bernardiniano nella sigla IHS e il monogramma cristiano della Vergine Maria nel simbolo in basso.[2]

fonte Alamy Foto Stock, Monogramma della Vergine, (http://it.alamy.it/)

Figura 5 – Monogramma della Vergine Maria (Ave Maria).

Fiori a sei petali: su alcuni architravi di Pescasseroli e di Opi è presente il fiore a sei petali, noto anche come fiore della vita per via della sua valenza simbolica. Le attestazioni di questo simbolo sono molto numerose e, per quanto concerne il contesto italiano, vanno dall’epoca etrusca (VII sec. a.C.) fino ai giorni nostri. In ambito precristiano il fiore a sei petali costituisce un simbolo solare di rinascita, quindi di buon auspicio per la vita ultraterrena. Nell’arte sacra cristiana il fiore a sei petali, composto di cerchi, simboleggia l’infinito che tutto racchiude, ovvero Dio stesso.

Fotografia di Davide Boccia

Figura 6 – Fiore a sei petali su di un architrave in via San Giovanni a Opi.

Alberiformi / ramiformi: un simbolo alberiforme (o ramiforme?), risalente al 1699, è visibile in via Valle S. Paolo a Pescasseroli. Questa figura, sovrastata dalla testa di un Cherubino alato, è costituita da una lunga linea verticale (il tronco dell’albero?) dalla quale si dipartono altre linee dirette verso l’alto (i rami). Nonostante il disegno risulti molto schematico, si potrebbe ipotizzare o un riferimento biblico all’albero della vita, situato nel paradiso terrestre e ivi custodito dai Cherubini, oppure una rappresentazione della palma della vittoria di Cristo.

Ma nell’alberiforme / ramiforme di via Valle S. Paolo si può osservare un ulteriore dettaglio simbolico: la lunga linea verticale che potrebbe rappresentare il tronco dell’albero culmina in una piccola croce incisa sullo stesso livello della data di apertura della porta. Si tratta quindi di una chiara associazione tra simboli cruciformi e alberiformi / ramiformi finalizzata alla protezione dell’uomo dal Male incombente.

Fotografia di Davide Boccia

Figura 7 – La testa di Cherubino alato e il simbolo alberiforme / ramiforme di via Valle S. Paolo a Pescasseroli.

Teste apotropaiche: sia a Pescasseroli che a Opi le teste apotropaiche poste a sorvegliare la soglia di casa sono oggi pressoché assenti. La testa apotropaica della quale si riporta l’immagine qui sotto si trova lungo il muro esterno di una abitazione privata in via Roma a Opi. Sembra trattarsi di un volto scimmiesco risalente al 1580 che un tempo doveva fungere da guardiano protettore di una porta successivamente murata. Difatti, tali volti di pietra servivano a spaventare gli spiriti maligni in modo da impedire a questi ultimi di penetrare nell’abitazione.

Fotografia di Davide Boccia

Figura 8 – Testa apotropaica (Anno Domini 1580) di via Roma a Opi.

Giunti al termine di questa breve disamina di alcuni architravi incisi di Pescasseroli e di Opi si può notare un comune aspetto apotropaico e scaramantico-propiziatorio che lega segni e simboli di un patrimonio storico architettonico “minore”, spesso poco valorizzato se non del tutto ignorato.

 

 

[1] Il cristogramma IHS veniva utilizzato anche da San Vincenzo Ferreri (XIV-XV secolo), patrono di Opi.

[2] Tarquinio Gianluca, Pescasseroli. Lineamenti di storia dalle origini all’Unità d’Italia, L’Aquila 1988, Arti Grafiche Aquilane, pp. 143-147.

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