Il Presidente della Comunità del Parco ci parla del regolamento dei pascoli nell’are parco

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L’esigenza di un regolamento unitario per tutta l’area protetta nasce dal territorio, dagli allevatori, dagli addetti ai lavori e dai Sindaci che in questo modo avranno una regolamentazione che tuteli sia il territorio che i suoi operatori.
La bozza di regolamento è scaturita anche da un esigenza mostrata in due importanti studi: le linee guida sulla zootecnia elaborate nell’ambito del progetto “Life Arctos” e il Piano dei Pascoli elaborato dall’Università della Tuscia, all’interno del Piano di gestione del SIC, che stabilisce carichi di bestiame sui territori a seconda del tipologia dei soprassuoli.
Il modello è stato elaborato da un comitato, composto dalla Comunità del Parco, dal Servizio Scientifico dell’Ente, dagli allevatori del parco e dai rappresentanti dei sindaci dell’area protetta; dunque uno strumento capace di coniugare le esigenze degli allevatori con quelle dei comuni e dell’ente parco. La bozza di regolamento è forse un documento unico nel panorama territoriale dei parchi italiani, perché non solo regolamento in maniera unitaria i vari territori ma tiene conto della tipologia dei soprassuoli per stabilire i carichi di bestiame funzionali alla salvaguardia della biodiversità.AntonioQuindi un regolamento non calato dall’alto, ma deciso dai comuni e dagli operatori in accordo con il management del Parco. L’assemblea della Comunità del Parco del 22 gennaio scorso, ha deliberato di richiedere a tutti i comuni un esame più approfondito del regolamento, nelle forme che ognuno di loro riterrà più opportuno, le eventuali integrazioni e modifiche individuate, saranno poi recepite dalla Comunità del Parco, che sulla base delle proposte pervenute, elaborerà un Regolamento Pascoli “tipo”, alla fine dell’iter il Regolamento finale dovrà essere Deliberato dai Consigli dei Comuni del Parco.
Concentrare l’attenzione su un settore delicato come quello della zootecnia rappresenta per la Comunità del Parco una priorità, devono esserci regole certe e condivise per far sviluppare un settore così centrale, la qualità dei prodotti deve e può essere una carta vincente anche per il più sviluppato sistema turistico dell’area Parco. images

Offrire prodotti di qualità e garantire la sostenibilità degli stessi e dei territori consentirà agli operatori di promuoversi anche come un’area capace di avere la giusta maturità per autoregolamentarsi, offrire prodotti qualitativamente elevati e mostrare che tutto ciò è possibile sui nostri territori, in equilibrio con il sistema economico e con la natura che ci circonda.
Un regolamento unitario aiuterà anche a sviluppare quel sentimento di appartenenza, che deve necessariamente contraddistinguere un territorio unico come il nostro, in quanto solo attraverso la condivisione dei suoi ottimi prodotti e dei territori l’area del Parco sarà capace di mostrare tutto il suo potenziale naturalistico e territoriale, auspicando che attraverso ciò, le straordinarie visioni di Erminio Sipari (ideatore del Parco), di suo cugino Benedetto Croce e dei luminari dell’epoca diventino fino in fondo realtà cioè l’area del Parco arrivi ad essere davvero un posto dove vale la pena vivere e lavorare proteggendo la natura.

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