Incontro pubblico Pro-loco. Di nuovo scarsa partecipazione. Rammarico degli organizzatori

prolocoSabato 14 maggio, riunione aperta al popolo della Proloco di Pescasseroli. Deserto. Come deserti vanno i consigli comunali, i consigli del Parco. Come non esistono associazioni di categoria, e quando c’è da dare una mano tutti criticano o nessuno accorre. È la stessa peste virale. Quella della non partecipazione. Ieri in particolare i presenti potevano essere contati a dito: circa 10 persone. Non serve la percentuale precisa per capire come l’affluenza sia stata ai minimi termini. Gli organizzatori non hanno potuto seguire il piano dei loro interventi, costretti come al solito quasi a parlare a se stessi. Così in pochi avranno avuto la preziosa e diretta testimonianza, la forma massima dell’informazione, dell’operato di quattro anni di attività. In pochi avranno avuto il pregio della condivisione, la forma massima approcciabile della partecipazione, di successi e difficoltà di ragazzi che ce l’hanno messa tutta. Erano pronti ad un bilancio come confessione sincera. Soprattutto ci tenevano a dimostrare che loro erano la “Pro-loco di Pescasseroli”, senza altre sigle –capestro accanto, soprattutto quella di “Pescasseroli che vorrei”. Nessun’altra aggregazione speciosa, se non quelle delle forze di ciascuno. Perché era chiaro che solo così avrebbe potuto realizzare la sua ambizione massima: che si creasse un punto di incontro “per lavorare tutti insieme”. Il primo direttivo “fu formato con membri rappresentanti delle diverse associazioni locali, pensando così di dare la possibilità a tutte di avere un tavolo di incontro, dove tutte avessero lo stesso potere decisionale“, ricorda uno degli esponenti della PL.E nonostante il direttivo si avvii alla scadenza del mandato, i ragazzi hanno ancora una grande forza: quella di chi ha ancora tanti progetti. Erano state interpellate omologhe categorie del circondario e la Unpli regionale per un sondaggio sulle difficoltà che resistono ad ogni progetto nelle piccole realtà comunali, per capire, imparare. Alla fine anche i rappresentanti delle proloco coinvolte hanno perso l’importante occasione. Solo Villetta Barrea era all’appello. Ma ha ferito soprattutto la latitanza della Unpli, alla quale la Pro-loco locale versa una quota associativa ogni anno. I protagonisti tornano a lambiccarsi il cervello per capire cosa giustifichi ogni volta le assenze. Con tanto rammarico per l’appuntamento disertato, occasione per l’informazione, testimonianza, partecipazione, condivisione che ancora una volta ci siamo persi.

Pescasseroli devi vergognarti? Forse, forse no. È un’espressione paternalistica del padre che rimprovera il figlio bastardo, del pastore che bastona un gregge di tutte pecore nere. Le assenze le facciamo a turno. Dovremmo costituirci imputati ad un processo senza giudici. Pescasseroli, la sua è indolenza, apatia, inerzia, “cattiveria”? Forse, forse tutto questo. Ma tutto questo fa parte dell’abitudine, l’abitudine di un paese che non è abituato a intervenire nella propria storia. Si è sempre rassegnato a vedersi buttare tutto addosso, le fortune, come la ricchezza del turismo; le disgrazie, come flagellazioni e debiti. Le persone ce la possono fare a reggere la prova dell’associazione liberale, del volontariato, quando non hanno lavoro? Tanta partecipazione si richiede, come per riequilibrare il dislivello dell’altra parte, il vuoto di potere e di efficacia politica. E chi ha dato con il voto elettorale il mandato ad agire, si rivede di rimpallo recapita una delega a fare lo stesso. Va bene la collaborazione, la partecipazione. Il rischio è che poi diventi sostituzione. Certo, dovevamo andare, perché ci avevano invitati dei ragazzi che volevano essere rafforzati, legittimati.
FEDERICA TUDINI

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