Pescasseroli – HOTEL – LO SCOIATTOLO- OGGI CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA

Poco meno di un anno fa il mio paese vede l’arrivo di 50 ragazzi africani provenienti principalmente dall’Africa Subshariana occidentale e orientale, cosi, senza preavvisi, senza mezzi termini. Catapultati in un paesino di montagna nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, cinquanta giovani africani si ritrovano nel a noi noto Hotel Lo Scoiattolo che cerca di riprendere vita ospitandoli. Ma quali sono esattamente i paesi di questi ragazzi dell’Africa Subshariana occidentale e orientale che abitano a Pescasseroli? Partendo da oriente Somalia, Eritrea, Cameroun, Nigeria, Ghana, Mali, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Senegal, Gambia la cosiddetta “Smiling Coast of West Africa”.

Io insegno italiano, li, da alcuni mesi, e questo grazie anche al comitato MamaAfrica, che mi ha fatto presente il posto vacante all’interno del centro. Il primo giorno di scuola erano tutti presenti, mi chiedevo come potevo organizzarmi il lavoro; cosi per lingua francese, inglese e arabo sono stati divisi per gruppi ed è cominciata la mia scuola. Mi piacciono molto le lingue, e so bene che non si impara una lingua su un libro e nemmeno su due, la lingua bisogna utlizzarla il più possibile, bisogna quindi cercare dei presupposti di dialogo che possano permettere lo sviluppo di una conversazione. Questi ragazzi hanno tante cose da raccontare e soprattutto potrebbero offrirci la possibilità di conoscere l’Africa senza nemmeno arrivarci.

Va da sé che proveniamo da concetti di vita profondamente diversi, concetti di tempo-spazio esattamente agli antipodi, come linearità e circolarità, come separazione ed unità, come individualità e comunità, come oblatività e possessività, come bianco e nero appunto, ed è proprio partendo da questa consapevolezza che possiamo fare il primo passo verso una maggiore apertura alla conoscenza, e dare voce alla nostra curiosità che credo sia tanta.

Il centro di prima accoglienza è di per sé una struttura che ospita temporaneamente i giovani immigrati e che li accompagna nell’ottenimento dei documenti necessari per lavorare e viaggiare in Italia o in Europa (nell’area Schengen); probabilmente questa temporaneità, per via di tutta una serie di incombenze, va dilatandosi sempre di più, ma loro andranno via ed altri verrano. Io sto imparando molto e conoscendo tante nuove cose nuova musica, nuovi dialetti, nuovi umorismi; e ancora nuovo cibo, nuovi punti di vista, nuovi valori, movimenti, stili di vita; e poi nuove città, nuove situazioni socio-politiche, nuovi politici. Che cosa stanno imparando loro da noi? Sarebbe davvero interessante scoprirlo insieme!

Per loro non è facile sopravvivere a questo tempo dilatato che sembra non avere fine, noi conosciamo bene i tempi interminabili della farraginosa burocrazia italiana, e se ci mettiamo anche il fatto che sono occupati con niente, possiamo immaginare la difficoltà che hanno nell’affrontare la giornata, quindi i nostri pensieri su cosa fanno tutto il giorno sono fondati e corretti. Nonostante tutto loro ci insegnano: siamo grati per vedere il sole al mattino, siamo grati per la giornata trascorsa insieme e siamo sempre consapevoli che Dio ci protegge e veglia su di noi ogni giorno.

Francesca Dell’Ova

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